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Il ruolo dell’OSS nell’alimentazione della persona con Alzheimer

Nonostante rappresenti uno dei bisogni più importanti dell’individuo, l’atto di alimentarsi non è sempre così scontato per i pazienti affetti da Alzheimer.

È probabile che le persone colpite da questa malattia non siano più in grado di gestire da sole la propria alimentazione. Nei casi più gravi, possono dimenticare di aver già mangiato o, al contrario, affermare di aver consumato pasti anche quando non l’hanno fatto. In questo articolo vediamo qual è il ruolo dell’OSS nell’alimentazione della persona con Alzheimer. 

Cos’è l’Alzheimer?

Prima di entrare nel merito dell’argomento, è necessario innanzitutto porsi una domanda apparentemente banale. Cos’è l’Alzheimer?

La malattia di Alzheimer rappresenta una forma di demenza neurodegenerativa, una condizione neurologica irreversibile e progressivamente invalidante. Questa malattia si caratterizza per la graduale deteriorazione delle capacità cognitive e l’insorgenza di disturbi del comportamento. La patologia colpisce le cellule e le connessioni cerebrali, causando un significativo declino nelle funzioni cognitive. Nonostante le sue cause non siano ancora completamente comprese, la maggior parte delle ricerche suggerisce che esse abbiano origini multifattoriali.

Le criticità durante l’alimentazione del paziente con Alzheimer

Il semplice atto di nutrirsi diventa spesso un compito complesso per i pazienti che soffrono di Alzheimer.

È plausibile che coloro affetti da questa patologia non siano più in grado di gestire autonomamente il loro apporto alimentare. Nei casi più gravi, possono facilmente dimenticare se hanno già consumato un pasto o, al contrario, sostenere di averlo fatto quando in realtà ciò non è avvenuto.

Nell’alimentazione della persona con Alzheimer, il paziente, soprattutto nelle fasi avanzate della malattia, potrebbe compiere azioni inappropriate, come:

  • Utilizzare in modo scorretto le posate, come ad esempio impiegare una forchetta per mangiare la pasta in brodo o un cucchiaio per afferrare la carne.
  • Versare acqua nel piatto con il cibo.
  • Alzarsi e abbandonare la tavola prima di aver terminato il pasto.
  • Inserire il cibo in bocca senza ingoiarlo.
  • Riempire eccessivamente la bocca senza aver deglutito i bocconi precedenti.
  • Sputare il cibo.
  • Bere direttamente dalla bottiglia invece che utilizzare un bicchiere.
  • Tentare di afferrare oggetti disegnati sulla tovaglia.
  • Rifiutare categoricamente il pasto con atteggiamenti ribelli e aggressivi.

Gli operatori devono cercare di limitare questi comportamenti anomali, aiutando il paziente a tagliare il cibo, a versare l’acqua e ad assicurarsi che sia in una posizione comoda. Gli OSS devono essere in grado anche di prevenire situazioni di pericolo, come il rischio di soffocamento, che è elevato nei pazienti con disfagia.

L’alimentazione del paziente con Alzheimer: metodi e strategie

Se la persona rifiuta di mangiare, è possibile adottare queste strategie:

  • Presentare il cibo davanti al suo sguardo per attirare l’attenzione visiva.
  • Fornire istruzioni verbali dettagliate su ogni passo del processo alimentare, utilizzando anche il linguaggio non verbale se necessario.
  • Spegnere dispositivi audiovisivi come radio e televisione, poiché possono distrarre l’attenzione del paziente.

Per accelerare il processo, può capitare che l’operatore aiuti il paziente a mangiare anche se quest’ultimo è ancora in grado di farlo autonomamente. Tuttavia, questa pratica non è corretta poiché può ulteriormente ridurre le capacità residue del paziente.

Un eBook sull’argomento

Sul tema specifico dell’Assistenza dell’Operatore Socio-Sanitario rivolta alla persona con Alzheimer ho realizzato un’eBook.

assistenza dell'Oss alla persona con Alzheimer

Lo scopo di questo elaborato è quello di  dimostrare come l’Operatore Socio-Sanitario, in sinergia con altri professionisti del settore sanitario come medici, infermieri, fisioterapisti, terapisti occupazionali, e altri, possa contribuire in modo sostanziale a migliorare la qualità di vita dei pazienti che combattono contro questa malattia grave e irreversibile.

Questo lavoro è indirizzato principalmente a:

  1. Coloro che stanno seguendo un percorso formativo per diventare Operatori Socio-Sanitari e sono alla ricerca di spunti per sviluppare una tesina o un progetto di ricerca sull’Alzheimer.
  2. Coloro che stanno per iniziare un periodo di tirocinio presso strutture dedicate all’assistenza agli anziani, con un focus particolare sugli affetti da Alzheimer.
  3. Persone o caregiver che forniscono quotidianamente assistenza ad individui affetti da Alzheimer

Nel processo di scrittura di questo ebook, sono stato profondamente ispirato da personali esperienze professionali accumulate nel corso della mia attività come Operatore Socio-Sanitario in una Casa di Riposo. All’interno del testo, sono narrate storie basate su situazioni realistiche, con personaggi e nomi inventati, allo scopo principale di arricchire l’esperienza di lettura.

Link utili

Link per acquistare l’articolo 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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