Argomenti d'esameBlog

L’OSS e la gestione dell’incontinenza urinaria del paziente

Si tratta di una condizione che angoscia molti pazienti, soprattutto quelli più anziani. L’incontinenza urinaria genera imbarazzo e vergogna nelle persone che soffrono di questo disturbo. Se sei un Operatore Socio-Sanitario ti sarà sicuramente capitato di trovarti di fronte a una continua richiesta di alcuni pazienti di essere accompagnati in bagno. Come avrai notato, gestire queste situazioni non è sempre semplice. Oggi voglio affrontare questo tema con la speranza di poterti dare qualche consiglio utile.

Cos’è l’incontinenza urinaria?

Prima di trattare l’argomento “l’OSS e la gestione dell’incontinenza urinaria del paziente” è necessario innanzitutto capire cos’è l’incontinenza urinaria.

L’incontinenza urinaria è una condizione caratterizzata da perdite di urina. Essa può manifestarsi in differenti forme, in modo occasionale o frequente.

Esistono diverse tipologie di incontinenza urinaria:

  • L’incontinenza da sforzo: si verifica con la perdita di urine in seguito a una pressione esercitata sulla vescica durante attività come tosse, starnuti o sforzi fisici.
  • L‘incontinenza da urgenza: è caratterizzata da un forte e improvviso desiderio di urinare che rende difficile trattenere l’urina fino a raggiungere il bagno.
  • L’incontinenza mista: che combina elementi dell’incontinenza da sforzo e da urgenza.
  • L’incontinenza da rigurgito o ostruttiva: è caratterizzata dalla perdita di urina a causa di un’incapacità della vescica di svuotarsi completamente. Essa è determinata da un’ostruzione o di un malfunzionamento del sistema urinario.

Da cosa è causata l’incontinenza urinaria?

L’incontinenza urinaria è causata da diversi fattori. Nella maggior parte dei casi è correlata a patologie specifiche come:

  • Infezioni alle vie urinarie;
  • Stipsi;
  • Fecalomi;
  • Ipertrofia prostatica;
  • Diabete;
  • Neoplasie;
  • Alzheimer e altre demenze;
  • Sclerosi Multipla.

Le conseguenze dell’incontinenza urinaria sul paziente

L’incontinenza urinaria, nel lungo termine, può determinare delle conseguenze spiacevoli nel paziente, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Alcune di queste sono:

  • Eruzioni cutanee nelle parti intime del corpo;
  • Ulcere da pressione (soprattutto nelle persone allettate);
  • Infezioni delle vie urinarie,
  • Disidratazione;
  • Impatto negativo sull’umore del paziente (depressione, sofferenza psicologica).

L’OSS e la gestione dell’incontinenza urinaria del paziente

Come posso gestire il paziente con incontinenza urinaria?

L’Operatore Socio-Sanitario svolge un ruolo fondamentale nella gestione dell’incontinenza urinaria del paziente. Si tratta di una situazione che merita un approfondito approccio multidisciplinare che coinvolga non solo gli OSS ma anche medici, infermieri e un po’ tutta l’equipe sanitaria.

In qualità di OSS devi sapere che il tuo ruolo è molto importante, soprattutto in chiave preventiva. Dovrai occuparti dell’igiene personale del paziente incontinente al fine di scongiurare l’insorgenza di eruzioni cutanee, infezioni e lesioni da decubito, che potrebbero manifestarsi dal contatto duraturo tra la cute e le urine.

Dovrai dedicare molte energie al monitoraggio del paziente affetto da incontinenza urinaria in modo da garantirgli un’igiene efficace e duratura. Per fare ciò potrai utilizzare presidi come pannoloni e traverse, soprattutto nelle ore notturne. Dovrai provvedere, se necessario, alla loro sostituzione, al fine di evitare che il paziente manifesti quella sensazione sgradevole di bagnato.

Ti consiglio di utilizzare il pannolone con moderazione e solo quando non ci sono più alternative. Questo presidio può incidere negativamente sull’autostima del paziente determinando frustrazione, sensi di colpa e di inadeguatezza. Se è possibile dunque accompagna il paziente in bagno e fai in modo che non prenda l’abitudine del panno.

“Farsela addosso” potrebbe rappresentare un disagio emotivo soprattutto per quelle persone, capaci di intendere e di volere, abituate ad espletare i propri bisogni in modo tradizionale. In questi casi, anche se non è facile, bisogna mostrare empatia nei confronti delle persone che vivono con l’incontinenza urinaria, mettendosi nei loro panni e cercando di comprendere le sfide che affrontano quotidianamente. Non credo che qualcuno ami essere cambiato o accompagnato in bagno più volte al giorno. Questo può rappresentare un’esperienza imbarazzante e scomoda, che influisce sulla loro dignità e autonomia. È importante offrire sostegno, rispetto e comprensione a queste persone, cercando soluzioni che rispettino la loro privacy e promuovano il loro benessere psicofisico.

Insieme al medico e all’infermiere, valuta se effettivamente il catetere possa rappresentare una soluzione valida. Secondo il mio punto di vista, questo dispositivo dovrebbe essere utilizzato come soluzione ultima in mancanza di altre alternative. L’utilizzo del catetere vescicale può favorire, infatti, l’ingresso di batteri nella vescica, aumentando il rischio di infezioni delle vie urinarie.

Come ho sottolineato in precedenza, una delle conseguenze dell’incontinenza urinaria è la disidratazione. Alcuni pazienti non bevono per paura di dover correre immediatamente in bagno. In questo caso dovrai invitare il paziente a bere con maggiore frequenza.

Articoli che potrebbero esserti d’aiuto

Il ruolo dell’Oss nell’assistenza al paziente anziano 

Cateterismo vescicale: competenze e limiti dell’Oss

Lesioni da decubito: competenze e limiti dell’Oss

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *