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Cinque buone ragioni per non assumere un raccomandato.

L’Italia è sempre più un paese per raccomandati. Stando ad una statistica, pubblicata lo scorso anno su Il Fatto Quotidiano, il 90% degli italiani, in cerca di un lavoro, si affida alle raccomandazioni. Se sei il titolare di una Casa di Riposo o di una struttura assistenziale o sanitaria, devi sapere a cosa vai incontro se decidi di assumere uno o più raccomandati. L’assunzione di un raccomandato può risultare una scelta molto penalizzante per la tua azienda. Ecco perché.

1. Danno d’immagine.

Un raccomandato rappresenta sempre un danno d’immagine per la tua azienda. Sicuramente un’impresa formata da uno o più raccomandati, non si presenta bene verso un cliente esigente, il quale chiede anzitutto professionalità. Le notizie volano come coriandoli e la presenza di raccomandati nella tua azienda può avere un impatto molto negativo sul mercato. I clienti decidono di rivolgersi a te per la qualità dei servizi, grazie alla quale hai acquisito negli anni una buona dose di credibilità. Quest’ultima verrebbe clamorosamente meno qualora si venisse a sapere che nella tua azienda hai favorito l’assunzione di raccomandati. Un danno d’immagine, ma non solo, che porterebbe così la tua attività ad avere degli enormi svantaggi rispetto ad altri competitors.

2. Danno oggettivo derivato dall’incompetenza del raccomandato.

Non sempre “raccomandato” è sinonimo di “incompetente” ma il più delle volte è così. Solo chi non ha grosse qualità si rivolge ad un potente “mediatore” (il raccomandante) per trovare un posto di lavoro. Il raccomandato, per definizione, è appunto colui il quale, pur non vantando un invidioso curriculum, esercita una forte pressione su un altro soggetto (il raccomandante) per essere favorito nell’ambito di una selezione professionale, basata su principi tutt’altro che meritocratici. I danni che ne conseguono, ovviamente, sono devastanti e la tua prima preoccupazione sarà quella di limitarli. Dovrai affidare al raccomandato un ruolo in cui questi possa nuocere il meno possibile. Alcune aziende si sono dovute persino inventare dei ruoli inutili ad hoc per rendere innocui i propri raccomandati.

 

3. Spreco di risorse.

L’attore siciliano, Pino Caruso, recentemente scomparso, diceva: “La raccomandazione non è un favore fatto a qualcuno, ma un torto fatto agli altri”. Ma al di là di una visione moralistica del concetto di “raccomandazione”, ciò che mi preme maggiormente sottolineare è il danno oggettivo che un’azienda subisce da tale atto. La raccomandazione è una scelta controproducente per l’azienda, uno spreco inutile di risorse. Oltre al danno d’immagine, la presenza di uno o più raccomandati nella tua impresa, rappresenta infatti un danno concreto, in termini di risorse, umane ed economiche. Se al posto del raccomandato avessi assunto una persona competente, con esperienza e con dei titoli di studio appropriati, probabilmente la tua azienda sarebbe oggi più vitale. Invece, al contrario, un raccomandato, come un parassita, porterà al collasso i tuoi affari.

4. Maggiore competizione tra colleghi.

Il parassita (cioè il raccomandato) andrà progressivamente a contaminare l’habitat lavorativo. Da questo momento il rapporto tra colleghi è ufficialmente compromesso. Il raccomandato è la nota stonata di uno spartito che distrugge una melodia che prima era incantevole. Inevitabilmente, i colleghi, venuti a contatto con la sanguisuga, matureranno un comportamento ostile verso di essa. Il raccomandato non è ben visto da tutti gli altri lavoratori, che per ottenere quel posto hanno dovuto faticare, e pure parecchio. Nasceranno sicuramente invidie che destabilizzeranno l’equipe di lavoro. Il più anziano dei dipendenti si ribellerà perché al posto del figlio, laureato e più competente, hai deciso di assumere un raccomandato. Tutto ciò avrà un’influenza negativa sulla produttività della tua azienda.

5. Continua richiesta di favori, anche dopo l’assunzione.

Prima di assumere un raccomandato ricorda una cosa. Un raccomandato sarà per sempre raccomandato. Fino alla pensione. Da lui dovrai aspettarti continue richieste di ferie, giorni di riposi extra, anticipi di stipendio, e molto altro ancora. Come ti spiegavo nel punto 4, tutto ciò andrà ad incrinare fortemente il gruppo di lavoro.

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

Un pensiero su “Cinque buone ragioni per non assumere un raccomandato.

  • STEFANO

    SI VABBE’ TANTO SIAMO IL PAESE DEI BALOCCHI E MAI NIENTE CAMBIERA’ IN QUESTO SETTORE..QUINDI RIMANE SOLO UNA COSA DA FARE,,ADEGUARSI AL SISTEMA,,,!!

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