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Assistenza sessuale ai diversamente abili: arrivano le prime “lovegiver” italiane.

Quando si parla di assistenza a persone con disabilità, si pensa immediatamente ai servizi sanitari o ai grandi temi legati al diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione e all’integrazione sociale. Esiste però un altro tipo di assistenza, quella sessuale, che, nonostante qualche pregiudizio (forse anche legittimo), inizia ad affermarsi lentamente anche in Italia.

Diritto alla sessualità.

L’assistenza alla sessualità rivolta a persone con disabilità è un servizio che già da tempo ha preso piede in alcuni paesi d’Europa, come l’Olanda, il Belgio e la Germania. Esso nasce da quello che viene considerato un diritto importante dell’essere umano, vale a dire il diritto alla sessualità. Dalla Dichiarazione Universale dei diritti sessuali (1999)si evince infatti che “La sessualità è una parte integrante della personalità di ogni essere umano”. Sulla base di questo principio, possiamo affermare dunque che quando si parla di diritti dei diversamente abili non ci si deve riferire soltanto ai temi tradizionali della Salute, dell’Istruzione e del Lavoro (già riconosciuti in Italia dalla famosa Legge 104/1992), ma anche al diritto alla sessualità, non necessariamente inteso come espletamento di un rapporto sessuale completo.

L’associazione LoveGiver e l’assistenza sessuale in Italia.

L’assistenza alla sessualità approda in Italia con qualche anno di ritardo rispetto ad altri paesi europei. Il problema centrale è legato principalmente al rischio che tale servizio possa essere considerato dall’opinione pubblica prostituzione, sulla base di una riflessione troppo superficiale che non tiene invece conto di un altro importante aspetto. Vivere la propria sessualità, in piena libertà ed autonomia, è decisamente più complesso (se non impossibile) per le persone con disabilità. Ed è in tal senso che si sono mosse alcune associazioni italiane. La loro “mission” (chiamiamola così) è quella di restituire alla persona non autosufficiente, anche in materia di diritti alla sessualità, le stesse “possibilità” di una persona normodotata. Una di queste organizzazioni è l’associazione LoveGiver, che ha avviato in Italia i primi corsi per Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità delle persone con disabilità, una vera e propria figura professionale di supporto sessuale, appositamente formata. L’associazione tende però a superare il concetto di “assistenza sessuale”, che ritiene riduttivo, per soffermarsi su altri aspetti, quali “assistenza all’emotività, all’affetività e alla corporeità”. Obiettivo di LoveGiver è abituare lo sguardo alla diversità attraverso il superamento delle barriere culturali che impongono canoni e stereotipi di bellezza.

Ecco Anna, la prima assistente sessuale per disabili italiana.

Anna, Operatrice all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità.

L’assistenza sessuale a persone non autosufficienti è un argomento già ampiamente affrontato sul web, ma anche da alcune trasmissioni televisive, come ad esempio Le Iene. Ripropongo sul mio blog un servizio estrapolato da youtube, realizzato nel mese di luglio da Fanpage e che ci racconta l’esperienza di Anna, tirocinante Oeas (Operatrice all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità delle persone con disabilità). GUARDA IL VIDEO

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

Un pensiero su “Assistenza sessuale ai diversamente abili: arrivano le prime “lovegiver” italiane.

  • Carmelo

    Certamente utile. Sono anni che cerco di interessarmi a questo corso. Mi sapete dire qualcosa in merito?

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