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L’Oss non è un infermiere, ma neanche un badante

Nel mondo del lavoro in ambito assistenziale scorgiamo varie figure professionali con mansioni, competenze ed inquadramenti contrattuali diversi e il rischio di fare un po’ di confusione è molto frequente. Ciò accade soprattutto tra i non “addetti ai lavori”, come i familiari di un paziente, i quali spesso e volentieri si rivolgono ad un Oss con l’intento di ricevere prestazioni tipiche di una badante, e viceversa. Lo abbiamo sempre affermato: “l’Operatore Socio-Sanitario non è un infermiere”. Non può effettuare medicazioni, sostituire cateteri e neanche somministrare una terapia farmacologica. Ciò che invece non viene precisato con altrettanta puntualità è un’altra cosa, e cioè che l’Operatore Socio-Sanitario non è un badante, un collaboratore domestico, spesso non qualificato, totalmente a disposizione della famiglia della persona non autosufficiente. Con questo articolo proverò a fare un po’ di chiarezza.

La figura dell’Operatore Socio Sanitario.

Non voglio soffermarmi a lungo sul profilo professionale dell’Oss, su cui mi sono già occupato in passato e credo sinceramente che tanti altri siti ne parlino in maniera più esaustiva. Ciò che però voglio qui sottolineare è l’importante ruolo che l’Oss ricopre in ambito non solo assistenziale ma anche sanitario. L’Operatore Socio-Sanitario è una figura prevista e ricercata nelle aziende sanitarie, pubbliche e private. Sebbene si occupi principalmente di assistenza di base alla persona non autosufficiente (igiene personale e degli ambienti, mobilizzazione, rilevazione dei parametri vitali, dispensazione pasti, disbrigo pratiche, etc.), l’Oss, soprattutto in ambito ospedaliero, è tenuto anche a coadiuvare l’infermiere nell’esecuzione di particolari procedure sanitarie. Si diventa operatori dopo aver seguito una formazione dalla durata di 1000 ore circa, effettuato un tirocinio, e superata una prova finale di fronte ad una commissione nominata dalla Regione in cui si è svolto il corso. Sebbene non si tratti di un esame particolarmente difficile (e su questo argomento ho scritto in passato un articolo clicca qui), l’esercizio della professione Oss, a differenza di quella di badante, è pur sempre subordinato ad un percorso formativo imprescindibile. In Italia sono presenti oltre 300.000 Oss, ma è difficile fornire un numero esatto in merito a questa categoria di lavoratori, e la mancanza di un elenco nazionale professionale di certo non aiuta. Molti di essi trovano impiego nell’assistenza domiciliare ma il più delle volte il loro ruolo viene relegato a quello di un collaboratore domestico, o peggio di un “tuttofare” totalmente a disposizione del paziente e della sua famiglia. Su questo disagio ho già scritto in passato un articolo che forse può interessarti, dal titolo “L’Operatore Socio Sanitario non è un tuttofare”. 

La figura della badante.

Si tratta di una figura molto diffusa nel nostro paese. Si calcola infatti che in Italia sono presenti circa due milioni di badanti, di cui però il 60% (dunque più della metà) sono irregolari. Quelle assunte regolarmente sono 382.000, e l’88% di queste sono donne (Fonte: Inps). L’età media è di circa 50 anni e la maggior parte di esse proviene dall’Est d’Europa anche se, dal 2008 ad oggi (e cioè dall’inizio della crisi), è in costante crescita il numero delle badanti italiane. Non è prevista una specifica qualifica professionale per svolgere questo lavoro, anche se alcune Regioni di tanto in tanto organizzano corsi gratuiti, rivolti per lo più a persone disoccupate o inoccupate, per insegnare agli iscritti le nozioni base dell’assistenza a persone non autosufficienti. Di fronte ad una popolazione sempre più anziana, e dunque sempre più bisognosa di assistenza, la ricerca di badanti rappresenta una soluzione valida per tutte quelle famiglie che non vogliono portare i propri cari in strutture residenziali ad hoc, ma preferiscono ricevano assistenza all’interno delle mura domestiche. Ed è a questo punto che sorge un problema molto frequente. Molte famiglie ricercano, per i propri cari, persone di fiducia e allo stesso tempo qualificate (quindi un Oss) ma con le caratteristiche tipiche di un badante o di un semplice collaboratore familiare. È facile ipotizzare che lo stipendio offerto in tal caso al lavoratore è sempre quello di un badante e non di un Oss, per la serie “cerco un Oss al costo di un badante”.

Marco Amico, 

curatore e fondatore di Oss Online.

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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