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L’Operatore Socio-Sanitario non è un “tuttofare”

Antennista, giardiniere, falegname, meccanico e persino dog sitter. Tante volte un Operatore Socio-Sanitario è costretto a doversi imbattere in settori che poco hanno a che fare con il proprio profilo professionale. È facile infatti incappare in richieste piuttosto imbarazzanti alle quali, per educazione, non si dice mai di no. Situazioni tragicomiche del genere non sono inverosimili soprattutto quando si lavora in ambito domiciliare, dove si è assunti per assistere una persona non autosufficiente, per poi essere trasformati in una specie di “tuttofare” a totale disposizione del paziente  e della sua famiglia.

“Già che ci sei…”

Inizia sempre con questo incipit. “Già che ci sei potresti portare il cane dal veterinario?” Un compito che teoricamente non rientrerebbe tra le competenze di un Oss. Dopo qualche momento di perplessità decidi tuttavia di soddisfare questa richiesta, pensando che, in fin dei conti, un piccolo “favore” non ti cambi la vita. E’ l’inizio della fine! Solo in un secondo momento, infatti, ti rendi conto di essere entrato in un tunnel dal quale difficilmente riuscirai ad uscire. A questa richiesta ne seguirà un’altra, e poi un’altra ancora. “Già che ci sei, potresti controllare i liquidi della mia auto, innaffiare le piante del giardino, sistemare l’antenna del televisore?”. Quella piccola concessione iniziale ti ha letteralmente trasformato in uno zerbino perfetto per i piedi del tuo datore di lavoro. Se sei un Operatore Socio-Sanitario e presti assistenza domiciliare ad una persona anziana o con disabilità, ti sarà capitato almeno una volta di vivere situazioni ai limiti dell’assurdo come quelle citate qui sopra. Al di là dei toni assai ironici, utilizzati anche per esorcizzare un tema molto caldo come quello del demansionamento professionale, questo articolo vuole sottolineare come, nonostante siano passati già 18 anni dalla sua introduzione in Italia, si possa ancora relegare la figura dell’Oss alla stregua di un addetto generico ai lavori che si presta a qualsiasi necessità. Nonostante i limiti dell’Accordo Stato- Regioni del 2001 siano evidenti. Nonostante il Ddl Lorenzin del 2017 non abbia avuto il giusto riscontro con una vera legge che restituisca finalmente una dimensione “sanitaria” a questa categoria, il profilo dell’Oss è ormai comune a tutti. Ritengo inaccettabile che questi abusi siano ancora all’ordine del giorno e rappresentino un fenomeno incontrollato nel mondo del lavoro.

Se anche tu hai vissuto, o vivi ancora, situazioni simili a lavoro, raccontaci la tua esperienza. Lascia un commento o scrivici a ossonlineweb@gmail.com

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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