5 buone ragioni per non fare l’Oss.

I tuoi genitori volevano che diventassi un valido avvocato, un medico o addirittura un ingegnere aerospaziale. Tu, invece, hai deciso di fare l’Operatore Socio-Sanitario, deludendo le aspettative che, forse troppo frettolosamente, si erano create attorno a quel ragazzino che a scuola dava tante soddisfazioni. In questo articolo ti darò 5 buoni motivi per non svolgere questa professione, riconosciuta dal Ministero della Sanità ma ancora molto screditata nell’immaginario comune.

1. Odori cattivi e contatto diretto con feci altrui.

Parliamoci chiaro: essere quotidianamente a contatto con feci ed urine non è mai un’esperienza gradevole, specialmente se queste sostanze organiche non sono prodotte dal nostro bebè, ma da adulti sconosciuti. Non c’è nulla di bello in un panno ripieno di feci ed il motivo per il quale abbiamo deciso di fare questo mestiere va sicuramente ricercato altrove, non in questo aspetto. Attenzione, però. Rimanere impressionati, soprattutto se state effettuando un tirocinio o se avete iniziato da poco a lavorare in questo settore, è assolutamente normale. Ma se pensi che questa situazione, alla lunga, possa farti stare male, forse hai sbagliato ambito professionale e ti consiglio una lunga pausa di riflessione.  

2. Schiena a pezzi.

Si parla spesso (e giustamente) di ausili e strumenti sempre più all’avanguardia per la mobilizzazione ed il trasporto del paziente costretto a letto. Si parla tanto (e giustamente) di nuove tecniche e giusti accorgimenti per sollevare manualmente pazienti non autosufficienti più o meno robusti. Si parla tanto, appunto. Ma la verità è che chi ha deciso di fare questo mestiere avrà pure messo in preventivo che l’integrità totale della propria schiena non potrà mai essere garantita a vita. Che piaccia o no, l’Oss è un lavoro fisico e tutto il carico della fatica grava sulla colonna vertebrale dell’operatore. Facciamocene una ragione!  

3. Lo stipendio.

Nel corso della mia carriera ho lavorato in diverse strutture assistenziali private, ma anche a domicilio del paziente. Scusate la franchezza, ma non ho mai conosciuto una persona che si sia arricchita svolgendo questa professione. I più fortunati sono impiegati nel settore pubblico e percepiscono uno stipendio molto dignitoso. Tutti gli altri, invece, riescono a stento a pagare le bollette di casa. Un panorama molto più drammatico lo offrono le regioni meridionali, dove tanti sono quegli operatori impegnati in comunità o case di riposo e che al mese percepiscono uno stipendio che va dai 600 agli 800 euro. Davvero vergognoso!

4. Esaurimento emotivo e rischio burnout

Turni di lavoro massacranti in corsia, pazienti sempre più esigenti e datori di lavoro poco inclini al riconoscimento del bisogno naturale di comprensione che c’è in chi esercita questa professione. Sono tutti ingredienti perfetti di quel cocktail velenoso che gli esperti chiamano BurnOut. Le statistiche sono impietose: il burnout, questa forma di esaurimento psicofisico devastante, colpisce principalmente quelle professioni che, come l’Oss, implicano relazioni interpersonali. Non è un caso che proprio di recente, l’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) abbia definito il burnout un vero e proprio “problema associato alla professione”.

Una professione screditata.

Magari i tuoi genitori volevano che diventassi un valido avvocato, un medico o addirittura un ingegnere aerospaziale. Tu, invece, hai deciso di fare l’Operatore Socio-Sanitario, deludendo le aspettative che si erano create attorno a quel ragazzino che a scuola dava tante soddisfazioni. Il punto è proprio questo: l’Oss è una professione discriminata nell’immaginario collettivo e, ancora oggi, a diciotto anni dalla sua nascita, deve fare i conti con un pregiudizio molto radicato nella società e nel mondo del lavoro. Tutto ciò per il semplice motivo che ogni giorno “ci sporchiamo le mani” facendo tutto ciò che molti non vorrebbero fare, come lavare un sedere o cambiare delle lenzuola.  Collaboriamo quotidianamente con medici ed infermieri ma molti ci definiscono impietosamente “ausiliari” o, peggio ancora, “inservienti”.

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

8 pensieri riguardo “5 buone ragioni per non fare l’Oss.

  • Agosto 22, 2019 in 9:11 am
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    Sono pienamente concordi su tutto ciò ma in un Paese che non ha altre risorse lavorative perché la “casa di” riposo”e’considerata la fabbrica di un tempo quali altre proposte di lavoro ci sono? E per chi non può andare all’estero. Neanche la laurea oggi come oggi non permette di trovare un lavoro pari a ciò per cui si ha faticato tanto z studiare

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    • Agosto 31, 2020 in 3:45 pm
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      Hai perfettamente ragione, in Italia è sempre più difficile trovare lavoro

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  • Agosto 24, 2019 in 12:07 pm
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    Tutto vero, sono Oss da 10 anni, attualmente non lavoro a causa della maternità, però quando devo tornare al lavoro non facio piu stupida come una volta, rovinando mi la schiena per fare prima, perche i tempi erano stretti, e poi stipendi, quando ogni uno rifiutasse questo stipendio basso, sicuramente alzano anche i stipendi, perche non ci sono tante persone che vogliono lavorare a questo settore, sono sicura, e poi sono poche Oss con esperienza, i turni devono essere cambiati, io comunque ci provo, vediamo come va, Italia sempre piu vecchia, ha bisogno di tante Oss, quando non prendiamo noi iniziative non si cambia niente

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  • Novembre 24, 2020 in 8:11 am
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    Buongiorno. Faccio l’ OSS da quasi 20 anni in una residenza per disabili. Nonostante abbia iniziato questo lavoro DOPO un intervento di ernia discale, non ho mai mandato un certificato per il mal di schiena. Problemi ce ne sono anche di non usuali. Comunque ora ho deciso di buttarmi in tutti i concorsi pubblici che capiteranno.

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  • Aprile 17, 2021 in 11:01 am
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    Ce ne sono un sacco di altri motivi quando lavori nel privato, è un lavoro di merda meglio la fame!

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  • Luglio 26, 2021 in 9:41 am
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    io sto cercando di cambiare lavoro ma non riesco a trovare nulla ho 49 anni con 12 anni di esperienza come oss..e devo dire che non pensavo di trovare lo schifo cosi in sanità , non è un lavoro di assistenza è una catena di motaggio come in fabbrica ,non si guarda la persona ma chi fa più prima a finire ,e uno schifo devono chiudere tutte le case di riposo e fare assistenza domiciliare ,se sapessero come trattano gli anziani i parenti non li porterebbero…

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  • Agosto 8, 2021 in 4:43 pm
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    Datemi un consiglio su come trovare lavoro, perché io non trovo nulla.

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  • Gennaio 19, 2022 in 10:13 pm
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    Fare l’oss è un suicidio professionale : una volta dentro il “magico mondo” del sociale non ne esci più, sei in trappola per tutta la vita. Che sia lavorare con anziani, psyco, tossici, handy o infanzia difficile il risultato non cambia : finché sei giovane resisti ma dopo un po’ vorresti fuggire da quello che è un incubo quotidiano. Ma un lavoro (working poor, beninteso) del genere ti rende forse credibile ?
    Ti ci paghi un affitto/mutuo ? Ti rende uno straccio di dignità ? Per il tuo capo che viaggia in Audi, il dirigente Asl in carriera, l’assistente sociale paraculata o la moralista cattolica educatrice del cazzo sì ! Tanto loro hanno il sederino parato. Tu no, quindi devi subire la loro retorica ipocrita e falsa.
    Non parliamo poi di quei letamai delle coop. sociali di ispirazione cristiana aderenti a confcoop !
    Ma quale azienda ti piglia (a fare cosa poi ?) quando sul cv legge che sei un socio/dipendente di coop ?
    Credo che il burn-out a queste condizioni sia legittimo e indice di sanità mentale, certo il prezzo da pagare è altissimo : il tuo futuro che svanisce.
    Cmq tranquillo, con i tuoi 8 – 9 euros lordi all’ora rientri nella soglia della povertà e puoi chiedere il sussidio come indigente. E diventerai anche tu un assistito così il cerchio si chiude. Perfetto
    Ad maiora !

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