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Lesioni da decubito, quando prevenire è meglio che curare

Sono spesso considerate una conseguenza inevitabile di un lungo periodo di allettamento durante il quale la mobilità del paziente è seriamente compromessa. Ma è davvero così? Mi riferisco, ovviamente, alle ulcere da pressione, o da decubito. Un problema molto frequente che rappresenta una vera e propria “piaga” per la sanità italiana: oltre due milioni sono le persone affette, l’8% sono ospedalizzate e tra il 15 e il 25% sono quelle ricoverati nei reparti di lungo degenza (fonte piaghedadecubito.it). Questo articolo vuole confutare l’idea, purtroppo ancora diffusa, secondo cui le lesioni da pressione sono il risultato naturale di un lungo periodo d’immobilità del paziente, un destino ineluttabile che interessa tutte quelle persone costrette a letto da diverso tempo. L’insorgenza delle ulcere da pressione, invece, può essere assolutamente evitata. Basta mettere in pratica una serie di accorgimenti.

Come prevenire le lesioni da decubito?

“Prevenire è meglio che curare”. Non esiste detto più appropriato per aprire un argomento di cui si parla tanto ma mai abbastanza, quello cioè della prevenzione legata alla manifestazione delle ulcere da pressione. Nei mesi scorsi ho scritto un articolo che forse può interessarti riguardante tale argomento ed intitolato: “Piaghe da decubito: ruolo, competenze e limiti dell’operatore socio sanitario”. L’attività dell’Oss nella gestione del paziente con lesioni da decubito è fondamentalmente mirata a garantire la prevenzione, per ridurre al minimo il rischio di insorgenza di tale problematica. Ma quali sono queste azioni di prevenzione? Le vediamo insieme nei paragrafi successivi.

Identificazione del paziente a rischio.

Chiaramente, la prima azione di prevenzione per limitare la manifestazione delle piaghe è indirizzata ad individuare quei soggetti potenzialmente a rischio sui quali, per motivi abbastanza ovvi, vi è una chiara predisposizione a tale problema. Le persone maggiormente colpite sono gli anziani, a causa delle caratteristiche della loro cute, delicata e poco idratata, e soprattutto i soggetti costretti a letto o in carrozzina per un periodo di tempo più o meno lungo.  Le lesioni si formano infatti a seguito di una compressione prolungata dei tessuti del corpo su un piano, per esempio un letto o una sedia a rotelle. Lunghi periodi di immobilità causano un restringimento dei vasi sanguigni fino a generare l’insorgenza di queste lesioni.

La mobilizzazione.

Come ho sottolineato prima, una delle cause principali che determinano l’insorgenza delle lesioni da pressione è l’immobilità prolungata del paziente. Dunque, un modo valido per scongiurare la manifestazione delle ulcere da pressione è quello di mobilizzare il degente ogni due ore, dalla posizione supina a quella laterale destra e sinistra. Quando mobiliti il paziente evita assolutamente di sfregare la sua cute, sollevandolo delicatamente piuttosto che trascinandolo sul letto.

L’utilizzo di particolari presidi.

È chiaro che la mobilizzazione, per quanto importante possa essere, da sola non è sufficiente per evitare la comparsa di lesioni sul corpo del paziente costretto a letto. Ad essa va affiancata infatti l’applicazione di alcuni presidi adatti ad attenuare il contatto diretto con la superficie piana del letto o della sedia a rotelle. Tra i presidi più utilizzati i materassi ad aria, che grazie ad un alimentatore generano una sorta di massaggio sul corpo del degente in grado facilitare la circolazione del sangue e l’ossigenazione dei tessuti. Altri strumenti che puoi utilizzare sono le ciambelle ad aria e cuscini vari da interporre per esempio tra le gambe per evitare che dal loro contatto possano generarsi delle lesioni.

L’alimentazione.

 

Nell’ambito della prevenzione delle lesioni da decubito assumono grande importanza l’alimentazione e l’idratazione del paziente. Come ho sottolineato in precedenza, tra i soggetti a rischio ci sono gli anziani, spesso disidratati. È opportuno dunque sollecitare la persona potenzialmente soggetta al rischio lesioni a bere tanto e a seguire un regime alimentare caratterizzato da un apporto vitaminico e proteico.

La cura minuziosa dell’igiene del paziente.

Alleate numero una delle ulcere da decubito sono la cattiva igiene e l’umidità. Di conseguenza, dovrai necessariamente mantenere pulita la cute del paziente riducendo al minimo il contatto diretto con feci ed urine che accentuano la carica batterica sulle lesioni. Effettua quando è opportuno il cambio panno del paziente e sostituisci immediatamente lenzuola e biancheria sporca. Quando lo fai, accertati che non si creino delle pieghe sulle lenzuola che possano in qualche modo lacerare la pelle del soggetto allettato. Effettua l’igiene con acqua tiepida e sapone neutro, non utilizzare mai prodotti a base di alcool. Asciuga il paziente delicatamente e con un soffice tamponamento, evitando di frizionare l’asciugamano contro la sua pelle.

Ricapitoliamo.

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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