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Cateterismo vescicale: competenze e limiti dell’operatore socio sanitario

Nella gestione del paziente cateterizzato anche l’operatore socio sanitario svolge un compito fondamentale sebbene, come ben sai, l’inserimento di un catetere resta sempre una prerogativa prettamente infermieristica. L’Oss dunque non può, per nessuna ragione, applicare un catetere ad un paziente in quanto si tratta di una procedura sterile e particolarmente invasiva che se non viene eseguita con la massima attenzione può generare rischi e complicanze, anche molto gravi. Non è esclusa, tuttavia, una partecipazione attiva da parte dell’operatore durante questa consueta procedura clinica. Con questo articolo proverò ad individuare dettagliatamente sia le competenze che i limiti dell’operatore socio sanitario nella gestione del paziente con catetere vescicale.

Cos’è il cateterismo vescicale?

Prima di entrare nell’argomento e capire esattamente cosa può e non può fare l’Oss durante l’introduzione del catetere, è necessario innanzitutto capire cos’è questo dispositivo e per quale motivo viene utilizzato. Il cateterismo vescicale è una procedura medica utilizzata per favorire il drenaggio dell’urina dalla vescica. Ciò avviene in svariati casi quali incontinenza urinaria, trattamento di alcune patologie vescicali, ritenzione urinaria, ostruzione delle vie urinarie, particolari interventi chirurgici, ecc. La procedura prevede l’utilizzo di un tubicino, generalmente in lattice ma esistente anche in altri materiali come il poliuretano o il silicone, che viene fatto passare attraverso l’uretra fino a raggiungere la vescica. La fuoriuscita immediata dell’urina è la prova che il catetere sia stato inserito correttamente. Il catetere si collega ad una sacca per la raccolta dell’urina, che può essere a “circuito aperto”, senza rubinetto, o a “circuito chiuso” dotato cioè di un rubinetto che consente la fuoriuscita dell’urina senza rendere necessario sostituire la sacca una volta piena.

Cosa può fare l’operatore socio sanitario?

Come ho sottolineato in precedenza, il cateterismo vescicale è una procedura che rientra nella sfera delle competenze dell’infermiere e non dell’operatore socio sanitario. Se, in piena autonomia, inserisci o provi ad inserire un catetere ad un paziente rischi di vederti recapitata una denuncia per esercizio abusivo della professione infermieristica. Dunque, dai a “Cesare quel che è di Cesare”, lascia che sia l’infermiere ad occuparsi di questo specifico procedimento ed evita rischi inutili. Detto questo, adesso provo ad illustrarti, nel dettaglio, quelle che sono le competenze dell’Oss nella gestione del paziente cateterizzato. Il cateterismo è un’operazione sterile e prevede che l’igiene intima del paziente sia particolarmente curata. Dunque è compito dell’Oss provvedere all’igiene perineale e genitale della persona alla quale si sta per applicare un catetere. L’Oss non può inserire il catetere ma può (anzi, deve) preparare tutto il materiale occorrente e disporlo sul carrello che servirà all’infermiere per effettuare tale procedura. Servirà dunque tutto il kit contenente due paia di guanti sterili, due teli sterili, due siringhe da 10 ml che serviranno a gonfiare il palloncino, un flacone con soluzione fisiologica, una soluzione antisettica (clorexidina), lubrificanti ed anestetici locali a base di lidocaina (Luan), ovviamente il catetere, di diverse misure se si effettua per la prima volta, e la sacca della raccolta delle urine. A ciò bisogna aggiungere garze sterili, supporti per fissare la sacca al letto di degenza ed un contenitore per lo smaltimento dei rifiuti. L’operatore socio sanitario si occupa anche della mobilizzazione del paziente. Sarà lui dunque ad aiutare il degente ad assumere una posizione corretta prima dell’inserimento del catetere, che, non mi stancherò mai di dirlo, sarà effettuato sempre dall’infermiere. L’Oss si occupa inoltre della svuotamento e della sostituzione della sacca ma anche della rilevazione di alcune caratteristiche visibili nelle urine (quantità, colore, limpidezza e odore) e quindi della segnalazione di eventuali anomalie quali la presenza di sangue (ematurie) o una scarsa quantità di urine (oliguria). Tutti fattori che l’Oss trascrive su un apposito registro giornaliero monitorato clinicamente da medici ed infermieri.

Contrariamente a quanto si possa pensare, ed alla luce di quanto descritto fino ad ora, si può senza alcun dubbio affermare che il ruolo dell’operatore socio sanitario durante le procedure per il cateterismo vescicale è di grande rilevanza.

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

6 pensieri riguardo “Cateterismo vescicale: competenze e limiti dell’operatore socio sanitario

  • Luciano De Nardi

    anche il controllo del corretto posizionamento e libero fluire dell urina
    nella sacca e importante.

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  • Dobbiamo ricordare una cosa molto importante , il lavaggio delle mani, prima e dopo ogni procedura.

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  • cristina

    L’igiene intima di un paziente con catetere vescicale può essere stato in autonomia da un oss?

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  • Sto facendo il corso OSS…. A breve il tirocinio…entusiasmo alle stelle…non vedo l ‘ora di intraprendere questo nuovo percorso alla veneranda età dei quasi 50 !!!!!!
    Paura a 1000 x l esame finale >.<

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