Storie

Dalla Sicilia al Veneto: il riscatto di un giovane operatore socio sanitario

“Ero stanco di subire, quindi ho deciso di cambiare drasticamente vita”. Comincia così la storia di Salvo Bonfiglio, giovane operatore socio sanitario catanese. Una storia analoga a tante altre che hanno come protagonisti giovani meridionali che hanno dovuto lasciare la propria terra d’origine in cerca di un lavoro più stabile e dunque di un futuro migliore.  È proprio così. Ci sono luoghi dove il futuro sembra già segnato da un destino ineluttabile che non lascia scampo a nessuno, o quasi. Uno di questi luoghi è la Sicilia, terra meravigliosa per il mare, il clima, la cucina, i monumenti e tanto altro. Terra dannata per gli abusi e i soprusi ai danni di quei lavoratori che non chiedono altro che un salario adeguato ad una qualità di vita dignitosa.  Quest’ultimo è il sogno di migliaia di giovani siciliani che come Salvo hanno deciso di lasciare la Sicilia per una prospettiva di vita migliore.

Prima di diventare Oss, Salvo ha lavorato nei vari call center della Provincia di Catania. Un lavoro che non disdegnava ma in cuor suo desiderava ben altro. La passione per la medicina, la scienza e l’anatomia lo ha spinto così a frequentare un corso per Operatore socio assistenziale per poi riqualificarsi come Oss dopo qualche anno. Salvo inizia le prime esperienze professionali, come Osa, nell’ambito dell’assistenza domiciliare scontrandosi con la dura realtà del mondo del lavoro siciliano. “Come assistente domiciliare, come osa, guadagnavo 450 euro al mese per circa cinque ore di lavoro al giorno – spiega Salvo -. Divenuto oss ho intrapreso un’altra esperienza breve che mi ha deluso tantissimo sul piano emotivo. Ho avuto a che fare con datori di lavoro che facevano di tutto per denigrare il ruolo dell’oss asserendo che la nostra non è una vera e propria professione. Qui guadagnavo 850 euro al mese facendo 10 ore al giorno ma ero inquadrato a livello contrattuale come badante. Poi ho lavorato in una casa di riposo dove guadagnavo circa 600/700 euro al mese. È stata un’esperienza formativa bellissima che mi ha fortificato a livello professionale. Nelle strutture private siciliane, tuttavia, il ruolo dell’oss si configura spesso come un sorta di “tuttofare”. La mole di lavoro era così articolata: pulizia della struttura, igiene degli ospiti, lavanderia, assistenza durante i pasti e pulizie varie”.

Una situazione insostenibile per un trentenne con diverse ambizioni e un grande sogno nel cassetto: sposare Alessia, la fidanzata di sempre. Così Salvo inizia ad intraprendere una nuova strada, quella dei concorsi pubblici. Il prezzo da pagare è altissimo: lasciare la Sicilia, la terra dalla quale nessun siciliano vorrebbe mai allontanarsi nonostante le sue innumerevoli contraddizioni. “Nell’arco di un anno ho partecipato ad una decina di concorsi – continua il giovane operatore – compreso quello della Regione Veneto che dal 2019 mi ha permesso di lavorare presso l’Azienda ospedaliera di Verona con contratto a tempo indeterminato. Sarò legato per sempre alla Sicilia per gli affetti familiari che ho lasciato in quella terra arida che non permette a molti giovani di realizzare i loro sogni. Una terra meravigliosa che vedo, con molto piacere, ma solo durante le vacanze”.

Quella dell’amico Salvo è una storia che ho voluto raccontare perché somiglia a tante altre storie di giovani meridionali costretti a lasciare la propria terra in cerca di un futuro più roseo. Anche nel campo dell’assistenza socio-sanitaria, di cui da circa un anno scrivo su questo blog, la Regione Sicilia mostra tutte le sue fragilità. Sono migliaia gli operatori in nero, o inquadrati come badanti che, in barba a datori di lavoro senza scrupoli, subiscono quotidianamente le più avvilenti condizioni di lavoro.

Se hai una storia simile da raccontare contatta l’indirizzo email ossonlineweb@gmail.com

Marco Amico (fondatore e curatore di Oss Online)

 

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

Un pensiero su “Dalla Sicilia al Veneto: il riscatto di un giovane operatore socio sanitario

  • Silvana

    Io così ho cominciato 6 anni fa. Sono stata obbligata a scappare dalla mia meravigliosa terra xke io lavoravo dentro le case di riposo e nn mi pagavano ho dovuto mettere un avvocato x avere i miei sudati soldi 20 mila euro un disaggio assurdo e qui nn lavori come Oss ma come puliziere e badante. Poi ho iniziato a fare dei concorsi su e ho vinto a Reggio Emilia e li sto da 6 anni sperando un gg di ritornare nella mia amata terra ke mi manca maledettamente ❤️

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