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“Noi valiamo più di 100 euro”. La rabbia di un giovane operatore socio sanitario.

Non ho potuto fare a meno di notare il post di un operatore intervenuto ieri sul gruppo Facebook “Noi Oss”. Credo che il suo sfogo meriti la giusta attenzione in quanto rappresenta il pensiero di migliaia di Oss impegnati in questi giorni particolari negli ospedali e in altre strutture socio-sanitarie ed assistenziali, sia pubbliche che private.

“Perché io valgo, ma solo questo mese.” Comincia così il lungo post di Andrea De Stefani, 28 anni, e operatore socio-sanitario da circa sei, in servizio in una struttura privata della provincia di Mantova. La riflessione di Andrea è strettamente legata al bonus di 100 euro, elargito a tutti quei lavoratori che nel mese di marzo si sono dovuti recare fisicamente sul posto di lavoro, e previsto dal decreto “Cura Italia” emanato nei giorni scorsi dal governo Conte. Una somma simbolica, forse irrisoria, che ha fatto storcere il naso ai tanti operatori che, come Andrea, sono costretti tutti i giorni a dover uscire di casa correndo il rischio di venire infettati da quello che è stato più volte definito un “male invisibile”.

“Hanno deciso che chi ha lavorato nel mese di marzo si merita 100 euro, sui quali sicuramente non sputo ma lasciano un po’ l’amaro in bocca – ha spiegato il giovane operatore -.  Si sono finalmente accorti di non poter fare a meno di noi solo perché stiamo facendo fronte ad un’emergenza sanitaria mondiale.

Insomma, le parole di Andrea colpiscono come colpisce la sua polemica verso le istituzioni a cui rimprovera un’attenzione inedita dettata solo dal momento drammatico che sta attraversando il Paese. Un interesse insolito verso una categoria invisibile, quella degli oss, che da 19 anni attende maggiore dignità professionale e un più adeguato riconoscimento istituzionale.

Le emergenze sanitarie le viviamo tutti i giorni, sette giorni su sette, 24 ore su 24 – ha ribadito il ventottenne – . Ogni giorno indossiamo una divisa, chi bianca, chi azzurra e chi verde, in base al ruolo che ricopriamo, ma tutti con una grande responsabilità sulle spalle, quella cioè di avere delle vite umane tra le mani. Ogni giorno dobbiamo prenderci cura di persone che hanno bisogno del nostro aiuto, delle nostre competenze. Ogni giorno, non solo a marzo, siamo a stretto contatto con persone potenzialmente infette, perché non esiste solo il Covid-19, ma un’infinità di altri virus, da cui, con i dovuti DPI, cerchiamo di difenderci. Dispositivi che in questo momento scarseggiano, fatichiamo ad avere, e quindi ci arrangiamo come possiamo, riciclandoli, usandoli più del dovuto, creandoli a casa con le nostre mani e con materiale non idoneo. Tutto ciò per continuare a garantire le cure di cui i nostri pazienti hanno bisogno. Ogni giorno, prima di timbrare il cartellino indossiamo il nostro sorriso migliore anche se magari la giornata è iniziata con il piede sbagliato”.

Il pensiero di Andrea è poi rivolto al futuro, a quando terminerà l’emergenza. Non esiste solo il Covid e non c’è solo il mese di marzo. Gli Oss sono impegnati, come sottolinea giustamente Andrea, 365 giorni l’anno, compreso il 25 dicembre, ad assistere anziani, disabili e persone affette da tante malattie, e continueranno ad esserlo anche quando il Covid-19 sarà solo un brutto ricordo.

“Fino a ieri avevamo a che fare con altri virus, altre malattie, ma domani torneremo a valere 100 euro in meno – ha sottolineato il giovane operatore –. Noi che lavoriamo di notte, noi che le domeniche e i Natali li passiamo in corsia, e le ferie ad agosto ci capitano solo se siamo fortunati. Noi che togliamo tempo ai nostri cari per dedicarlo ai vostri. Noi che i morti li vediamo ogni giorno, anche se ad ucciderli non è il Covid-19, ma un’altra malattia. Noi vogliamo essere riconosciuti sempre, non solo di fronte ad un’emergenza che sta facendo il giro delle televisioni, ma anche di fronte alle emergenze che restano tra le mura di un reparto, di una corsia, di una camera da letto e di una sala operatoria. Perché noi le emergenze le viviamo tutti i giorni. Per questo motivo dico che valiamo più di 100 euro, le nostre vite e il nostro lavoro valgono più di cento euro“.

Il giovane Oss conclude infine il suo post facendo riferimento alla propria esperienza professionale.

“Ho la fortuna di lavorare in una struttura a “cinque stelle” dove gli ospiti vengono prima di ogni cosa – ha concluso Andrea -. Anche l’attenzione nei confronti del personale non manca mai, motivo per cui sono stati eseguiti i tamponi in tempi record. Il nostro impegno, in questi giorni difficili, è stato apprezzato in modo particolare dal direttore che ci ha premiato con un riconoscimento economico. Un piccolo gesto molto gradito in un periodo così buio.”

 

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Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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