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“Ricordatevi di noi quando tutto sarà finito”. L’appello di un’Oss al presidente Conte.

“Caro presidente Conte, sono una giovane operatrice e da qualche giorno ho iniziato a lavorare in un reparto Covid-19 per combattere questa bestiaccia”.

Poche parole, forti e composte allo stesso tempo, fanno parte di un messaggio chiarissimo destinato direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: nella battaglia contro il coronavirus esistono anche gli operatori socio-sanitari.

Comincia così la testimonianza di Jessica Pecoraro, una giovane Oss da pochi giorni assunta al reparto Covid-19 di un ospedale della Lombardia, regione in cui l’epidemia ha fatto registrare il numero più elevato di decessi. Jessica è una giovane madre, ha 28 anni e una carriera da Oss di tutto rispetto. Ha lavorato fino a non molto tempo fa al “Papa Giovanni XXIII di Bergamo”. Quando le si è presentata l’occasione di prestare servizio in un reparto Covid non ha avuto un attimo di esitazione anche se non ha mai nascosto l’ansia legata all’inizio di un nuovo incarico e la paura di mettere seriamente a rischio i propri cari. “Oltre alla preoccupazione connessa alla nuova esperienza, al pensiero di lavorare in un reparto nuovo con dei pazienti a rischio  – racconta Jessica – vivo con l’ansia di poter contagiare la mia cucciola e la mia famiglia”.

Una paura che in questo momento accomuna tutto il personale sanitario, medici, infermieri e anche operatori socio sanitari. Sì, perché nella guerra contro il covid19 ci sono anche loro, gli Oss, categoria troppo spesso relegata ai margini della sanità italiana. Si parla tanto, e giustamente, dei medici e del loro importantissimo ruolo. Si parla tanto, e giustamente, degli infermieri. Ma quasi nessuno ha sottolineato anche il lavoro svolto in questi giorni turbolenti dagli operatori socio-sanitari.

“Io non sono né un medico né un’infermiera – continua Jessica – ma un Oss. Non tutti conoscono questa figura. Siamo in prima linea, affiancando l’infermiere, a stretto contatto con i pazienti, purtroppo tutti si sono dimenticati di noi, che sudiamo sotto quei camici, che lottiamo come gli altri, che abbiamo tanta paura e per tutto questo non siamo ben retribuiti né riconosciuti.”

Lo sfogo di Jessica finisce con un auspicio, che in realtà è la speranza di un’intera categoria di lavoratori, cioè di migliaia di Oss italiani in servizio in ambito ospedaliero e in strutture private. “Signor presidente – conclude la giovane operatrice – io non voglio essere ringraziata. Voglio solo che quando tutto questo sarà finito, perché finirà, qualcuno si ricorderà di noi Oss. Grazie, Jessica”.

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

7 pensieri riguardo ““Ricordatevi di noi quando tutto sarà finito”. L’appello di un’Oss al presidente Conte.

  • alessia olivo

    hai perfettamente ragione jessica, ti ammiro per aver scritto la lettera a Conte

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  • Bina Cozzolino

    Sono un oss anch’io.. lavoro a Bologna, reparto Covid-19.. ho scelto di fare domanda per avere un alloggio gratuito con la Fondazione Sant’Orsola per non portare il Mostro a casa e proteggere la mia famiglia e chi mi sta accanto.. Tutti i giorni prima di entrare in reparto mi faccio il segno della Croce e spero che tutto vada bene, perché oltre al Covid-19 si unisce la mancanza di organizzazione e spesso di DPI..
    Quando torno a casa mi siedo e piango a causa di tutta la stanchezza e stress accumulato in sole otto ore di lavoro… Presidente Conte grazie per tutto ma noi vogliamo solo essere riconosciuti per il ruolo che svolgiamo tutti i giorni e con dedizione.

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  • Antonella

    Io sono un OSS e sono orgogliosa di esserlo!!!!!

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  • Ciao Jessica ti do pienamente ragione. Sono una Oss anche io che lavoro in prima linea in un reparto covid e mi rendo conto che nessuno sa quello che svolgiamo xke siamo noi che assistiamo i pazienti o ospiti nelle loro cure igieniche e quant’altro. Ma i malati quando ringraziano dicono grz infermiera e non oss xke ci vedono tutti vestiti uguali. Ora ho imparato a dire non sono una Infermiera ma una Oss e ne sono fiera a quel punto i malati dicono non sono gli infermieri a lavarmi e sistemarti loro sono quelli delle pastiglie o aghi. A questo punto vi diciamo Grazie Oss.

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  • Anna Ventura

    Per l’importante servizio che gli Oss svolgono negli ospedali,per combattere il micidiale virus,devono assolutamente assunti a tempo indeterminato

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  • Fernandez Diley

    Bravi ragazzi
    Sobo d’accordo anch’io sono un OSS è faccio questo lavoro da 16 anni in una struttura sanitaria e non solo adesso si lavora con dei turni assurdi….purtroppo nessuno ci considera professionisti e tanto meno a livello economico che veramente fa pena a mala pena si arriva 1000 €

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