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Sicilia, infermieri attaccano medici: “ci costringono a lavorare con dispositivi inadatti” La replica dell’Asp: “attenti alle fake news”.

Turni massacranti, strutture inadeguate e carenza di dispositivi idonei a garantire la sicurezza del personale, in particolar modo di infermieri ed operatori socio sanitari in prima linea nella gestione dell’emergenza “Covid-19”. È il duro sfogo di un operatore, forse un infermiere, dell’ospedale Umberto I di Siracusa, intervenuto ieri con un video denuncia, lanciato sui social, con il quale si è scagliato contro i medici, e soprattutto il primario del pronto soccorso, risultato nei giorni scorsi positivo al Covid-19, che, stando alle dichiarazioni dell’infermiere, avrebbe obbligato il personale ad indossare dispositivi non adatti al contenimento del virus. Il video in poche ore ha fatto già registrare migliaia di visualizzazioni alimentando tanto sgomento, ma anche incredulità, tra gli utenti. “Le notizie riportate sui giornali – spiega l’infermiere – è ben poco rispetto alla realtà dei fatti. Per i medici il coronavirus non è esiste, tanto è vero che ci hanno obbligato a lavorare senza camici, senza mascherine e senza guanti.  Siamo devastati, abbiamo tutti febbre e tosse”. L’uomo annuncia di aver inviato un esposto in Procura. Non si è fatta attendere la replica dell’Asp di Siracusa, che dichiara che l’uomo, segnalato già alle forze dell’ordine, non sarebbe in realtà un dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale forse neanche un operatore sanitario, pertanto il video in questione riporterebbe notizie tendenziose e false.

Guarda il video “fake”

Sempre da Siracusa, sempre dall’Umberto I, arriva poi un’altra denuncia di un’infermiera che apprendo dal quotidiano online Siracusa Oggi. L’infermiera con una lettera anonima inviata alla direzione del giornale lamenta una scarsa disponibilità di dispositivi di sicurezza idonei ad affrontare l’emergenza “Coronavirus”. “Il loro utilizzo, stando alle circolari, preoccupa i pazienti” racconta l’infermiera. A disposizione del personale vi sarebbero solo le semplici mascherine chirurgiche, ma come tutti sappiamo non sono adatte ad evitare il contagio diretto soprattutto per chi passa ore a stretto contatto con pazienti infetti. “Per noi  nessuna tutela – si legge nell’articolo –. In ospedale i percorsi sono condivisi da tutti, anche da gente potenzialmente infetta. I dispositivi di sicurezza sono inadeguati ed insufficienti. Aspettiamo solo di beccarci il virus”.

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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